Pagina:Dübner - Grammatica elementare e pratica della lingua greca, Firenze, Paggi, 1857.djvu/32

Da Wikisource.

accenti. 13


esprimere, e non già un modo vago e generale, ma anzi preciso e particolare.

Questa quantità di cose, che sono ad esprimere, benché immensa e infinita, non è tuttavia la principale difficoltà, che la creazione della lingua dovesse incontrare. Penetrando con F osservazione più addentro, ne apparisce un’altra, che complica singolarmente la prima. Ogni obietto, semplice a’ prima vista, apparisce ben tosto un aggregato di parti, un composto di cose affatto diverse fra loro, sebbene legate intimamente per formare un tutto. Prendiamo per esempio uno fra gli obietti più piccoli,* la ’foglia d’una pianta ha una forma, una dimensione, una specie di tessuto, un colore, un odore, etc.: cose riunite ed inseparabili nella realtà, ma ciascuna d’esse esige a parte il suo nome. Di qui si vede, che lo spirito umano, prima di potere stabilire una comunicazione d’idee per l’intermezzo delle parole ha dovuto decomporre gli obietti, e disgregare e distinguere le parti,* il cui aggregamento li constituiva.

§ 16. Egli è infatti per via di decomposizione, d’una specie d’analisi del mondo visibile ed invisibile, che lo spirito è giunto a riprodurlo nella parola. E noi succintamente riassumeremo la parte di questa analisi, che riguarda la grammatica.

I primi obietti, che han dovuto essere separati e distinti da questo tutto sono stati gli esseri e gli obietti, che avevano un esistenza od una forma a sb, onde visibilmente si separano dagli altri esseri odagli obietti: l’animale, V albero, la montagna. E ugualmente delle parti di questi esseri od obietti: la testa, il piede, la radice; sebbene riuniti insieme, l’uno non è l’altro; ciascuno ha la sua esistenza a parte. Il tempo produce altre differenze: il priucipio non è lo stesso che il fine. Ugualmente si distinguono gli stati e i modi dell’essere che differiscono gli uni dagli altri: la salate l’infermità; oppure le qualità: la bellezza, la bruttezza. In fine tutto ciò che ha un’esistenza a se, un esistenza distinta da quella delle altre cose, è