Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/117

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

polite e circola in ogni
membro con giro iterato
accelerando il lavoro.
2436Gran fremito scuote le case.

M’odi. Il gesto del paziente
ilota, che trita la spelta
o il latte agita nel secchio
o scardassa le lane,
s’immilla ne’ ferrei bracci
nelle ruote dentate
2443ne’ lunghi cuoi serpentini
che per girevoli dischi
trascorrono propagando
l’impulso ai congegni sottili
onde l’informe sostanza
esce trasfigurata
come da industria sagace
2450d’innumerevoli dita.
O Erme, i telai della lidia
Aracne diurni e notturni,
ove come rondini argute
volavan le spole,
travagliano senza canzone
di vergine e senza lucerna,
2457soli in ordin lungo strependo.

Il sudore d’Efèsto,
su la piastra imposta all’incude
profuso, è ormai vano,


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