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Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/136

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un’opera per Peticchio. — Cadrá — gli risposi. — Non importa.

Peticchio è un ingrato verso di voi: non dovea mai condiscendere a prender parole da un tale sciocco e-nemico vostro, quando potea ottenerle da voi. Tutti credono che vorrete vendicarvi, negandogli un libro. Io dissi che vi conosco troppo bene, che so questi non essere i vostri principi, e m’impegnai di farvi fare un’opera per lui. — «Demisi auriculas ut iniqucie mentis asellus», ed altro non dissi se non: — Venga da me. — Scelse, tra vari argomenti offertigli, il Bertoldo-.

andò al diavolo, ed era naturale. Oltre la difficoltá di scrivere de’ versi per un maestro bestia, n’ebbi una di gran lunga maggiore nel dover fare delle parole nuove a musica giá fatta su delle parole bestiali di Brunati. Basta ciò per sapere qual doveva essere il suo destino. Due o tre di dopo vidi l’imperatore. — Da Ponte — tliss’egli, — fate de’ drammi pe’ Mozzart, pe’ Martini, pe’ Salieri ! non ne fate mai per questi Potacchi, Petecchie, Pitocchi, Pelicelo... come si chiama colui? Casti era piú furbo di voi: non facea de’libri che per un Paisiello e per un Salieri. — Anche queste due opere dunque si misero a dormire col Ricco d’un giorno e col Finto cieco, e si tornò al Figaro e alla Cosa rara. Pensai però che tempo fosse di rianimare la vena poetica, che mi parea secca del tutto, quando scrissi per Regioni e Peticchio. Me ne presentarono l’occasione i tre prelodati maestri. Martini, Mozzart e Salieri, che vennero tutti tre in una volta a chiedermi un dramma. Io gli amava e stimava tutti tre, e da tutti tre sperava un riparo alle passate cadute e qualche incremento alla mia gloriuccia teatrale. Pensai se non fosse possibile di contentarli tutti tre e di far tre opere a un tratto. Salieri non mi domandava un dramma originale. Aveva scritto a Parigi la musica all’opera del Tarar, volea ridurla al carattere di dramma e musica italiana, e me ne domandava quindi una libera traduzione. Mozzart e Martini lasciavano a me interamente la scelta. Scelsi per lui il Don Giovanni, soggetto che infinitamente gli piacque, e L’arbore di Diana pel Martini, a cui dar voleva un argomento gentile, adattabile a