Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/151

Da Wikisource.

momento mio nemico feroce, e fu Leopoldo medesimo che qualche tempo dopo mel disse. Torniamo adesso alla Ferraresi. Questa virtuosa, per me funesta. con tutti i difetti del suo personale e del suo carattere, era infallibilmente, come giá dissi, utilissima a quel teatro. Questo aumentava il numero de’ suoi nemici, o per una rivalitá sempre omogenea a quella sorta di gente, o per protezione di qualche altra cantante. Un poco per amore, un poco per giustizia, ma sopra tutto pel ben d’un teatro, che parea esser cosa mia propria, io sostenea a spada tratta questa cantante: ella era stata impegnata per due anni e mezzo, e questo tempo era vicino a spirare; un’altra cantante era giá stata impegnata, e questa era una favorita distinta si del sovrano che della regina. Ad onta di tutto questo, osai proporre la riconfermazione della mia amica per soli sei mesi. A chi ne feci la proposizione?

Al Rosemberg, e questo sotto sigillo di secretezza. Gli addussi delle ragioni fortissime, che parve approvare; ma, obbliando la promessa di secretezza a me fatta, ne parlò a tutti, e a quelli precipuamente che odiavano la Ferraresi. Questi scrissero alla favorita della corte, con tutte le frange che 1’ invidia, il mal talento e il proprio interesse soglion dettare; e questa scrisse lettere di fuoco a’ suoi protettori ed alla stessa imperatrice, che le lesse pubblicamente al giá non ben disposto consorte.

— Si mandi al diavolo — esclamò allora Leopoldo — questo disturbator della pace! — Io non seppi per molto tempo questa secreta congiura. M’accorsi però che il numero de’ nemici cresceva a proporzione del mio zelo per la Ferraresi, la quale, per fomento delle passioni, piaceva ogni giorno piú sulla scena.

Si può immaginare quali furono gli effetti. Ogni giorno usciva un nuovo delatore, una nuova accusa: la mia infinita pazienza era stanca. Un giorno corsi disperato verso la reggia per chieder giustizia. Incontrai per disgrazia il vicedirettore degli spettacoli. Costui m’odiava seeretamente, perch’io sapeva ch’egli defraudava l amministrazion teatrale, e una volta aveva avuto 1 imprudenza di dirglielo. Nel vedermi tanto infuriato, mi domandò dove andava: la collera non mi lasciò essere