Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/160

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vicedirettor del teatro. Conobbe dalla mia faccia l’orgasmo in cui era il mio spirito, mi fermò, m’esaminò e m’impedi a viva forza di ricorrere. Vostra Maestá n’ ha in casa sua i testimoni.

— Thorwart! Ed egli disse a me stesso eh’Ella non voleva venire a vedermi, per poter dire ch’io non la voglio udire, eh’ io sono un tiranno. E come glielo impedí?

— Mi disse che Vostra Maestá è irritata troppo con me, che è certo che non mi riceverá ; che mi metto a rischio di qualche affronto; che il nuovo direttore mi fará giustizia, perché mi conosce, mi stima e mi vuol bene...

— Oh bella ! E fu il direttore appunto che mi pregò di scacciarla, dicendo che non poteva aver pace con lei né in teatro né in casa.

— Questo prova l’onestá de’ miei delatori.

— Ma Ella ha tutti nemici? Direttori, ministri, maestro, cantanti, tutti insomma mi dissero male di lei.

— Questo dovrebbe provare la mia innocenza.

— Può darsi: ma perché l’odiano tanto? -- L’ex-direttore Rosemberg, desideroso di porre un altro poeta al reale servigio, si lasciò facilmente guastar l’animo dal Thorwart....

— Oh ! Rosemberg ne sa poco poco di direzion di spettacoli.

De’suoi poeti poi non n’ho alcun bisogno: io me 1’ho trovato a mio modo in Venezia...

— Ugart_

— Ugart è un sacco di paglia : ei fa tutto quello che gli si dice di fare, e l’ultimo che gli parla ha sempre ragione. E perché è suo nemico Thorwart?

— Perché io sapeva e gli aveva detto di sapere i suoi latrocini.

— Come? quando?

— Quando per semplice zelo gli proposi d’illuminare in miglior modo il teatro e a minore spesa, di somministrare i drappi di seta d’ogni colore ed i veli d’ottime qualitá col vantaggio dell’ottanta per cento, e d’indicargli un nuovo metodo di ricevere i biglietti serali alle porte del teatro, che assicurava