Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/183

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la persona, e seguitammo il cammino. Le due persone frattanto ci si avvicinarono, ci salutarono cortesemente e se ne andarono per la loro strada. Vedemmo allora che i da noi creduti fucili altro non erano che due lunghi bastoni con punte di ferro, fatti per commodo de’ passeggieri ; i ladri, due lavoratori vecchissimi che tornavano a casa; e ridemmo non poco della nostra paura.

Ma, giunti in pochi minuti alla badia di Sant’Edmondo, situata al piede di quella montagna, cessammo affatto di ridere; e questo fu quando, chiedendomi essa la borsa, m’accorsi che se n’era ita. Tornammo subito sulla montagna con lanterne e fiaccole accese, cercammo per piu di un’ora ogni angolo di quella; ma, trovando che vane erano le nostre ricerche, tornammo afflitti e malconci all albergo. La mattina andammo a trovar l’abate della badia, che fece pubblicar subito, a chiesa piena, la perdita da noi fatta; ma anche questo fu vano. M’assicurò tuttavia quel buon sacerdote che. se alcuno de’ suoi parrocchiani trovata avea quella borsa, poteva esser certissimo d’udirne novelle da lui. Tale era la confidenza che avea nell’ illibatezza e nell’onestá di quella gente! Volle perciò ch’io gli lasciassi il mio indirizzo per le principali cittá, per cui io intendeva passare nel mio viaggio prima di arrivare a Parigi. Partimmo quindi da quella badia, e ci mettemmo novellamente in cammino.

Arrivato a Praga, mi vi fermai alcuni giorni, colla speranza, che fu poi vana, di ricevere novelle del padre abate. Ebbi frattanto l’opportunitá d’andar a vedere la rappresentazione delle tre opere scritte da me per Mozzari, e non è facile dipingere l’entusiasmo de’ boemmi per quella musica. I pezzi, che meno di tutti si ammirano negli altri paesi, si tengono da que’ popoli per cose divine; e quello eh’è piu mirabile si è che quelle grandi bellezze, che sol dopo molte e molte rappresentazioni nella musica di quel raro genio dall’altre nazioni scoprironsi, da’ soli boemmi alla prima rappresentazione perfettamente s’intesero. lo voleva allora partire per Dresda; ma, ricordandomi che Giacomo Casanova, il quale dovevami alcune centinaia di fiorini, stava poco lontano di quella cittá, risolsi d’andar da lui,