Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/74

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a persone del suo mestiero, mi fece delle offerte che m’intenerirono db Ma io non ho mai conosciuto il mestiero di decimar le borse alle donne, che però hanno molte volte decimate le mie: presi perciò la risoluzione di lasciare la sua locanda. Restammo però buoni amici, ed io ho conservato per lei de’ sentimenti di sincera benevolenza e di stima fin ch’ella visse; il che fu pel solo spazio di sette mesi, al fine de’ quali mori, all’etá di ventidue anni, d’una febbre infiammatoria. Io diedi molte lagrime a quella bffla ed amabile giovine, che meritava esser, piú tosto che una locandiera, una principessa. Fu questa senza dubbio una delle migliori donne ch’io ho conosciuto in ottant’anni di vita. Forse se non moriva... Ma la morte fura i migliori e lascia stare i rei.

Cangiai dunque d’albergo, e pensai di riguadagnar colla lira quello ch’aveva speso in viaggi e in dodici giorni da me passati come Ruggiero e Rinaldo colle due belle maghe dell’Ariosto e del Tasso.

Essendosi fatta in que’giorni la pace di Teschen tra l’imperatrice e Federico di Prussia, mi venne in capo di scriver un’oda su quel soggetto e d’intitolarla La gara degli uccelli, alludendo allo stemma gentilizio de’ due sovrani. La dedicai al conte Guido Cobenzl, un de’ primari signori di Gorizia e della Germania e padre di quello che aveva maneggiata e condotta a fine quella pace. Ne publicherò qui alcuni versi, per dar un’idea d’un componimento, che fu la sorgente poi di quasi tutte le mie letterarie avventure in Germania.

Quel Pati gel, che a risse e a pugne sfidò giá gli augei piú fieri, e assali nibbi e sparvieri or col becco ed or coll’ugne; (i) Ella mi pose una sera sotto l’origliere una borsetta con alcune monete d’oro, «he io le restituii tta i baci e le lagrime!