Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/75

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die i confin del natio nido dilatò per forza ed arte, tal che lama in ogni parte ne portò temuto il grido; si credea che, vinto e stanco dalle cure e piú dagli anni, di cercar lasciasse affanni per dar requie al vecchio fianco. Quando un di, vicino al fiume sacro all’aquila possente, quell’augello osò repente rotear le azzurre piume, e, con voci aspre d’orgoglio, dispiegar l’adunco artiglio, d’altrui sangue ancor vermiglio, e sfidarla fin dal soglio. Vòlta mai non ebbe l’alma degli augei la gran regina agli studi di rapina, ma a una bella e dolce calma. Ed allor nel saggio petto ravvolgea novi consigli r*r*T* Ir* rio! cori fírrlí I---* v **‘* **£>** e del regno a lei soggetto...

Portai quell’oda al Cobenzl, il quale m’accolse con grazia e cortesia somma, la lesse in presenza mia, e parve gradirla infinitamente. La fece stampare a sue spese e ne sparse moltissime copie per le piú illustri famiglie di quella cittá, ch’erano allora numerosissime. Si vuol leggere un’operetta del conte R. Coronini, intitolata Fasti goriziani , per formarsi un’idea della quantitá, antichitá e numero de’ personaggi illustri, di cui quel paesetto si gloria. Trovai, tra questi, molti mecenati, da’