Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/91

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Ah! di vendetta i sguardi in me, Signor, non stenda tua giusta ira tremenda. Prenda tua man, deli! prenda sol di clemenza i dardi; sieno gli sdegni tuoi sdegni di vita e m’udrai benedir ogni ferita.

SALMO V Coeli enarralit gloriavi Dei Stiamo, o genti, a veder la gloria nostra; tutto di Dio favella all’intelletto, e tutto Dio ne mostra. Parla il vivido raggio, onde è si bella la faccia della terra, e col suo moto in ciel parla ogni stella; Quanti fiori dal grembo april disserra; quanti hanno arbori i campi; quanti muti animali il mar rinserra. Fischia il folgore eterno, e par che avvampi del divino furore ed il nome di Dio nell’aria stampi. Freme turgido il vento, e in quel furore sento secreto un grido la possanza annunziar del suo Motore. Quel prudente augellin, che cangia lido, dice, e udirlo ben puoi, nel suo voi, nel suo canto: — In Dio confido.— Rinfiamma, anima mia, gli affetti tuoi; non conosci in te stessa l’eterna imago e gli alti imperi suoi? Mira quanto se’ bella, e Dio confessa.