Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/97

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Se non durarono sempre le mie felicitá, è perché tregua non hanno le umane permutazioni; e al momento in cui scrivo queste memorie h- 1 , vicino come sono al sessantesimo anno della mia vita, mi convien confessare che, se non sono stato sempre felice, non posso dire nemmeno di essere sempre stato infelice, e aggiunger voglio a onor dell’umanitá che, se ho trovato nel mondo de’ Gallerini e de’ Ganelloni, ho trovato ancora degli Huber e de’Mathias! Permettimi, generosissimo amico, ch’io accoppi a quello d’un vero angelo il tuo da me riverito e quasi adorato nome.

Quando suonaron le dicci, gli diedi l’ultimo addio, e corsi da Mazzola cosi impellicciato. Non gli lasciai dire una parola: me gli gettai al collo, abbracciandolo teneramente, e non gli dissi che queste parole: — Carissimo amico mio, grazie di tutto, lo parto da Dresda in questo istante c vado a Vienna. Vi prego scriverlo a’ vostri amici di Venezia. Tra gli altri, al signor Viola dalle male corde. — Rimase attonito: credo che gli dispiacesse molto. Lo riabbracciai e partii, ma non a ciglio asciutto, da lui. Andai all’uffizio della diligenza. Appena arrivatovi, Mazzola mi raggiunse, prese un foglietto e scrisse a Salieri queste preziose parole:

Amico Salieri, Il mio dilettissimo Da Ponte vi porterá questi pochi versi. Fate per lui tutto quello che fareste per me. Il suo core ed i suoi talenti uici itau Lucio. Egii e, oltre a ciò, «pars animae dimídíumque uieae». Il vostro Mazzola.

Salieri era a que’ tempi uno de’ piú famosi compositori di musica, carissimo all’imperatore, amico intimo di Mazzola, colto, dotto, sebbene maestro di cappella, cd amantissimo de’ (1) Cominciai a quest’epoca a sciiver la storia della mia vita. Son giunto agli ottanta, e dirò col Metastasio: «E la (avola mia non è finita».