Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/117

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la sublimitá de* toscani poeti fra l’aure de’ lor vaghi e dilettosi monti. Tornate alla soave e dolce contrada di bellissime favole. Di giorno in giorno sentirete piú le vaghezze di questa amenissima lingua. Vanno i poeti d’Italia per tutto infiammati d’un si divino furore, ch’io non so, seppur ciò non sia stato tra’greci, dove si trovi una tale ardenza di spirito, un canto cosí soave e sublime, con epiteti si scelti, con un estro si nobile, con sentenze si magnifiche, con voli si vaghi e con pensieri si pellegrini, quanto nelle loro canzoni. Intanto co’ sentimenti di Milton, che tenne a gloria d’annoverare la letteratura e la poesia italiana tra i piú splendidi ornamenti de’ suoi eccelsi e santissimi studi, volgetevi, o miei colti compatriotti, alle dilettevoli piagge toscane, e per poco coll’Arno cangiate il Tamigi... Desidererei che tutti i letterati d’Europa, e principalmente l’inglesi [ed io dirò invece: e specialmente gli americani] intendessero a fondo la lingua italiana; e che, fra quelli che gustano la vera poesia, non fosse cosí ristretto il numero degli esatti conoscitori de’ suoi meriti e pregi. Ed è cosa da osservarsi e ammirarsi come sopra tutte l’altre nazioni l’Italia abbia dimostrato come «si può essere oratore, filosofo, politico [ed io aggiungerò : astronomo e matematico] e a un tempo stesso insigne poeta. Vorrei perciò [badate, vi prego, gentilissimi signori, a queste eccelse parole], vorrei che nelle due universitá d’Inghilterra fosse eretta sotto la protezione reale una cattedra espressamente, per onorare i suoi professori e per acquistare tra gl’inglesi alla toscana favella permanente stabilimento: imperciocché, lasciando da parte la poesia, quali e quanti non sono i suoi tesori [date udienza a queste parole] nell’eloquenza, nell’antichitá, nella storia, ragguardevoli tutti per materia, stile, disposizione, conte esempi d’ogni studio e d’ogni imitazione degnissimi!

Tutto questo, però, non è se non un’ombra leggera del quadro che presenta a’ suoi leggitori il nostro filantropo panegirista, in tutte le prefazioni delle sue opere, ch’io depositai ultimamente nella nostra biblioteca, preziosissimo dono di questo impareggiabile letterato. Sebbene il poco, che, per non abusar della vostra pazienza, sinora dissi, dovrebbe esser sufficientissimo