Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/19

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essere amico mio, ed egli l’udi con trasporti di giubilo e m’assicurò d’un buon esito. Come il mio capitaletto era quasi tutto in contante, cosí consigliommi di comperar varie mercanzie, e sopra tutto delle droghe medicinali. Seguii ciecamente il suo consiglio; ma presto mi accorsi ch’era il consiglio di Achitofello. Tornai a New-York, ove misi in sesto le cose: di lá passai a Filadelfia, cangiai alcuni oggetti in altri di minor volume o di maggiore spaccio, e tutto sarebbe ito bene, se non avessi avuto la disgrazia di abbattermi in un ipocritone che mi ingannò crudelmente: Lorenzo Astolfi.

Vendeva costui liquori e confetti nel piú frequentato posto di Filadelfia. Passandovi a caso, entrai nel suo magazzino, e, udendo che parlava italiano, mi posi a conversare con lui. Io avea portata con me da New-York una quantitá di rosoli e di aròmati. Credendoli mercanzie fatte per lui, gliene offersi la vendita. Venne da me il di seguente, ne prese le mostre e mi pregò d’andar da lui. V’andai mentre era sul punto d’andar a pranzo: a quello che pare, fatai momento per me. M’invitò a pranzare con lui. Memore del pranzo irlandese, volli scansarmene; ma egli chiuse la porta a chiave, e fu giocoforza pranzare. Il pranzo era ottimo, il vino squisito, il signor Lorenzo trattommi con tanta ospitalitá e cortesia quel primo giorno non solo, ma molti altri, che io lo tenni ben presto pel miglior uomo del mondo. A questa mia buona opinione rispondea perfettamente vox populi. Egli era, dicevano, un galantomenone, un uomo generoso, un cristiano caritatevole. Acquistato aveasi tal fama andando a udir la messa ogni giorno, confessandosi ogni settimana, battendosi il petto a piè degli altari e portando ogni sabato due candele di cera e tre soldi d’olio a quello della Madonna del buon consiglio. Difatti ei mi disse un giorno, con occhi molli di sante lagrime, ch’egli era devotissimo della Vergine, ch’ella gli appariva ne’ sogni quasi ogni notte e gli dava continuamente de’salutari consigli. In fine di tutto, io lo battezzai per un uomo debole, ma non per un perfido. Alla cieca perciò depòsi tutto nelle sue mani, gli proposi alla cieca di vender tutto come cosa sua e, calcolate le spese, divider i