Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/259

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mancato di commetter quello di discreditare il suo nemico, ponendo in circolazione, degli avventurosi casi occorsi in Europa al nostro autore, una versione toto coelo diversa da quella che questi si compiaceva allora di narrare oralmente e raccontò poi in iscritto nelle Memorie.

Ciò ricordato, sorge spontanea la domanda: si limitò, per davvero, il Casati, secondo afferma il Da Ponte (*), a dare alle molteplici accuse contro il suo avversario (delle quali taluna appare evidentemente sciocca e calunniosa, ma tal’altra, almeno, abbastanza precisa e particolareggiata) la semplice veste di lettere anonime inviate a questo o quello fra i discepoli e le discepole, che i due «professori» si contendevano a colpi di reciproche insinuazioni e contumelie? La cosa non sembra troppo credibile. A una serie di lettere anonime non si contrappone di certo una difesa a stampa, come la lunga, noiosa e pettegola digressione contro il Ferrari ( 2 ), che il Da Ponte, con un anacronismo da lui stesso poi deplorato (3) (quando il suo emulo fu passato nel numero dei piu (4)), si affrettò a inserire tra le prime pagine della prima edizione delle Memorie. Quindi una delle due: o il Casati, tra il 1822 e il 1823, aveva pubblicato un libello contro il Da Ponte (che, in tal caso, sarebbe assai interessante rintracciare); oppure, ipotesi piú probabile, si accingeva a pubblicarlo. Quindi ancora: o il Da Ponte fu costretto a correre alle difese mercé la pubblicazione delle Memorie ; oppure (e anche quest’ipotesi sembra piú plausibile) volle, con abile mossa strategica, prevenire l’avversario. Nell’un caso o nell’altro, le Memorie hanno carattere eminentemente apologetico: nonché, dunque, esser seguite con quella fiducia cieca che, quale piú quale meno, han fin qui dimostrata i biografi del Da Ponte, concordi quasi tutti nel lodarle principalmente per la loro «ingenuitá»; vanno invece accolte non soltanto con quella (1) Presente ristampa, II, 150-1. (2) Presente ristampa, II, 144-59. (3) Presente ristampa, II, 169. (4) Cfr. lettera al Mathias del 12 nov. 1827, nel presente volume, p. 185, nonché, ivi, la Storia della letteratura italiana in New- York, p. 18S. In quest’ultimo scritto il D. P. dice che la morte del Casati era avvenuta, per pazzia, pochi anni prima del 1827. Essa, probabilmente, è da collocare nel 1824, e cioè tra la pubblicazione del primo e del secondo volumetto della prima edizione delle Memorie. Ciò spiegherebbe anche perché nella prefazioncina aggiunta a questo secondo volume (presente ristampa, II, 159), il D. P., discorrendo novellamente del Casati, dica: «pereat memoria eius curri sonitu».