Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/28

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di dar a credito le mercanzie non procedeva da un desiderio sincero di promuovere i miei vantaggi... Ma fermiamoci qui! Non si ferisca, con ora inutili sfoghi, la tenerezza d’una sorella, che ama tuttora il suo nome e la sua memoria, malgrado le perdite, le afflizioni e le lagrime che costarono a lei ed a me i suoi traviamenti e le sue debolezze. È morto: sia pace con lui! Io cominciava frattanto a guadagnar le forze del corpo. Una certa affezione però tormentavami internamente; onde trovossi a proposito di farmi tornar a Filadelfia, per consultare qualche buon medico. Prima di partire da Sunbury chiamai tutti quelli che mi dovevano qualche summa, e, vedendo impossibile di ottener da quelli danaro, condiscesi d’aspettar fino al tempo della raccolta, e allora mi pagherebbero co’ prodotti della campagna. Mi tennero quasi tutti parola, ed io vidi piena in breve la casa mia di carni, di pelli, di burro, di cera, di fieno, di frutta secche, di grano e di molte altre cose di questo genere. Quello, che non serviva per uso mio, vendei per danaro, eccettuato il grano, che, in mia malora, pensai di far distillare. Caddi in questa operazione negli artigli di tre marrani di Northumberland, presentatimisi col passaporto d’un «very goocL» nelle mani. Non li nominerò, perché arrossisco che il mondo sappia ch’io ho avuto a che fare con simili traditori. Lascerò in bianco l’infame nome, e parlerò della cosa. Il filo della mia storia vuole cosí.

Deposi dunque ne’ lor magazzini tutto il grano che avea, e tornai a Filadelfia. Mandai sul fatto pel dottor Phisic, gli narrai la storia della mia caduta. Mi esaminò taciturnamente, m’ordinò l’applicazione di dodici coppette a’ due lati, e si volse alla scala per andarsene. Seguitandolo lentamente, domandai di che cibo dovea far uso quel giorno. — Di nessuno — mi rispose egli in tuon di voce poco melliflua. Ma, quando giunse alla porta, si volse con faccia meno ipocratica, mi disse d’andar da lui il di seguente, e mi permise di mangiare due patate e quattro ostriche. Mandai per un cerusico, m’applicò le coppette, e, dopo aver dormito due ore, sembrandomi di star meglio, andai a passeggiare. Mi trovai casualmente al mercato del