Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/299

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Marcolini ; e che visitatori del D. P. furon anche Carlo Angiolini, marito di una nipote del C., e il contralto Francesco Bellaspica, che col C. aveva allora un fiero dissidio (cfr. Molmenti, I, 344-50). Indi la corrispondenza tra i due avventurieri restò interrotta per quattro mesi ; ragion per cui del prosieguo del viaggio del D. P. non si hanno altre notizie se non quelle fornite dalle Memorie.

Primo soggiorno a Londra (I, 186-7). — Intorno a esso ci illuminano, assai meglio che le Memorie, quattro lettere al Casanova (19 gennaio, i«marzo, 2 aprile e io maggio 1793, in Moi.menti, I, 273-90), dalle quali si ricava anzitutto che il D. P. giunse a Londra nell’ottobre 1792, prendendo alloggio, forse dopo il breve soggiorno in casa della sorella della Nancy, in Silver Street (Golden square), 7, salvo a passar poi in Sherard Street (parimente in Golden square), 16. Direttori del teatro di Drury-Lane in Haymarket erano allora due sue vecchie conoscenze viennesi: l’attore e compositore Kelly e il maestro Storace (Eitner, V, 343; IX, 303), cui il D. P., approfittando della recente morte del poeta del teatro, certo Antonioli, chiese quel posto. Ma, poiché vi concorreva anche Carlo Badini, il D. P., secondo almeno egli afferma, propose che venisse pure prescelto il Badini (che del resto era giá a Londra da venticinque anni), purché a lui, D. P., si concedesse il diritto di fornire due libretti l’anno. In codesti pourparlers passarono un paio di mesi (su per giú fino al decembre 1793), durante i quali il D. P. preparò un melodramma, Massenzio, che forse fu musicato dal Pozzi (I, 187), che è probabilmente il compositore Pietro dal Pozzo, di cui, per altro, non si conosce altra opera che II genio della Sassonia (Eitner, Vili, 39). Vero è che potrebbe anche trattarsi di un rifacimento del Mesenzio re di Elruria dell’ab. Ferdinando Casorri, giá musicato, pel San Carlo di Napoli, nel 1786, da Francesco Bianchi (Fi.orimo, IV, 250-1; Eitner, II, 29). A ogni modo, il Massenzio è certamente il libretto venduto poi, non per trenta ghinee (I, 187), ma per venticinque luigi (Moi.menti, I, 293), alla celeberrima Geltrude Elisabetta Schmoeling-Mara (1749-1833), la quale, per l’appunto nel 1792, era ritornata a Londra (Fétis, VI, 257). — Tra coloro che in quei primi tempi aiutarono il D. P. a Londra, fu anche (certamente per raccomandazioni del Casanova) il ricordato conte di VValdstein ; il quale, venuto a Londra dalla Francia, dopo mille inverisimili avventure (non sappiamo se inventate dal Waldstein stesso o dal D. P., o da entrambi), gli apri le porte della sua casa e slacciò anche per lui (a dir vero, nella modesta misura di quattro ghinee, strappategli a furia di ciarle, durate ben cinque mesi) i cordoni di una smuntissima borsa, che taverne, caffè, facchini, birboni, cavalli e qualcos’altro provvedevano quotidianamente a vuotare. — Frattanto, verso il decenibre 1792, il Badini veniva nominato poeta dell’opera, e il D. P. mandato a quel paese. Per vendicarsi, com’egli dice, «nobilmente», pensò di fondare un giornaletto quotidiano {La bilancia teatrale), con programma ricattatorio,