Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/37

Da Wikisource.

La mia perseveranza, nulladimeno, e i guadagni considerabili, ch’io facea in questa maniera di traffico, avrebbero, se non impedita, ritardata almeno di molto la mia caduta, se un semiavvocato di Sunbury, non so se per malignitá di carattere o per isperanza d’ottenere clienti a un uffizio di poca fama, diede il colpo di grazia al mio credito. Andò a Filadelfia, e, tanto in quella cittá quanto in quelle per cui passava, esagerò le mie sventure, ne creò di novelle, e distrusse ogni confidenza che in me s’aveva in tutta quella parte di Pensilvania. Spaventati da’ suoi rapporti, tutti coloro, che avevano avuto a che fare con me, mi saltarono addosso come tanti cani famelici, e fecero di me e delle cose mie una miserabile carnificina. Il primo a comparire in questo campo di persecuzione fu quel mercadante, che prestato m’aveva il danaro con ipoteca. Fu Levy che il consigliò, fu Levy che intraprese d’agir per lui al suo ritorno a Sunbury, fu Levy che tentò tre volte di far vender sub basta la casa mia, sperando d’ottenerla per sé o per un suo favorito for little or Jiothiug. È ver che le leggi e la costanza mia delusero la sua speranza ; ma il romore di questo tentativo fu a me tanto pernicioso, quanto stata sarebbe la stessa vendita. Due mercadanti di Filadelfia, che solevan mandarmi mercanzie per prodotti, ritennero tutto ciò che loro spedii e rimandarono vuoto il mio carro. Due altri di Reading impiegaron un famoso furfante a ricuperar da me quello eh’io loro dovea, e il primo saluto datomi da costui fu in compagnia dello scerifo. I fittaiuoli, che alcun tempo prima aveano in me molta confidenza, mi chiedevano i pagamenti prima di portare le produzioni. Accadde a quest’epoca che que’ mercadanti di Filadelfia, con cui io m’era associato nella manifattura dell’acquavite, ebbero la disgrazia di fallire, e questo fallimento mi privò di un grande aiuto, ch’io riceveva da’loro fondi e dal loro credito. Con tutto questo torrente di foco, io sarei forse ancora in quell’infelicissimo borgo, se la mano della provvidenza non m’avesse tratto da quello, come talora si trae pei capelli fuori dell’acqua un uom vicino ad annegarsi. A forza di pazienza, di sacrifizi, d’attivitá, dopo aver fatto fronte a