Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/8

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un mariuolo di Nantucket, che, avvezzo d’ir alla pesca delle balene, trattava i suoi passeggieri come i marinari piú vili, cui appunto trattava come que’ mostri de’ mari. Non aveva egli con sé se non provvisioni grossolanissime, e di quelle eziandio era dispensatore molto economico. Il primo mio fallo fu il pagargli quarantaquattro ghinee prima di metter piede sulla sua nave, senza contratti, senza scritture, senza informazioni, altro non esigendo da lui che d’esser a Filadelfia condotto, e nudrito. All’ora del pranzo cominciai a presentire qual dovesse esser il mio destino. Si preparò sul cassero quel convito. Una tavolacela sciancata di pino tarlato, una tovaglia piú nera della camicia d’un carbonaro, tre tondi screziati di terracotta e tre posate di ferro di giá irruginite furono i dolci preludi del mio vicino banchetto. Messere lo nantuchino sedette, invitò me a sedere rimpetto a lui, e in pochi minuti capitò il cuoco africano, con una scodellaccia di legno in una mano e un piatto di peltro nell’altra, cui tacitamente depose su quella tavola, e, chinando la testa, parti. — Odoardo — gridò allora ad alta voce il mio oste acquatico, — Odoardo, venite a pranzo. — Alla seconda chiamata il signor Odoardo appari, sbucando dal camerino del vascello, dove avea per piú ore dormito. Chinò un pocolino il capo, e, senza favellar o guardarmi, s’assise alla destra del capitano. La novitá della sua figura non mi lasciò tempo di guardare quello che conteneva quella scodella. Odoardo pareva precisamente un Bacco assonnato, se non che i suoi vestimenti erano da mugnaio in uffizio, e la sua quondam biancheria andava perfettamente d’accordo col camicione da carbonaro e colla tovaglia del nostro Tifi. Aveva questi frattanto posto davanti a me in un piattello di peltro alcune cucchiaiatine di quella broda tratta dalla scodella marinaresca, ch’io tolto avea a prima vista per acqua di castagne bollite. Vedendo ch’io guatava senza mangiare: — Signor italiano — diss’egli, — perché non assaggia questo buon brodo di pollo! — Io, che avea gran bisogno di cibo e che sono di polli ghiottissimo, volsi lo sguardo a quel caro uccello ; ma imagini chiunque ha fame qual io rimanessi, quando, in quello affissandomi, credei di vedere un corvo spennato e