Pagina:Da Ponte - Don Giovanni, 1867.djvu/27

Da Wikisource.

27
Anna   Lascia almeno alla mia pena

  Questo piccolo ristoro.
  Sol la morte, o mio tesoro,
  Il mio pianto può finir!
Elv.   (Ah! dovè lo sposo mio?) (senza esser vista)
Lep.   (Se mi trovan son perduto.)
Elv. e Lep. Ma la porta là vegg’io.
Chet chet io vo’ partir.
(Lep. nell’uscir s’incontra con Mas. e Zer.

scena ix.

Masetto con bastone Zerlina e Detti

Mas. Zer. Ferma, briccone! Dove te ’n vai? (Lep. s’asconde

  Ecco il fellone... la faccia)
Anna. Ott.   Com’era qua!
Ah! mora il perfido che m’ha tradito.
Elv.   È mio marito... Pietà! pietà!..

Anna, Zer., Ott. e Mas.

  E donn’Elvira quella ch’io vedo?

  Appena il credo... No no, morrà.
Lep.   Perdon, perdono - signori miei;
  Quello non sono - sbaglia costei...
  Viver lasciatemi per carità?
Gli altri   Dei! Leporello!... Che inganno è questo?
  Stupid resto! - che mai sarà?
Lep.   (Mille torbidi pensieri
  Mi s’aggiran per la testa...
  Se mi salvo in tal tempesta
  E un prodigio in verità.)
Gli altri   (Mille torbidi pensieri
  Mi s’aggiran per la testa..
  Che giornata, ho cielo, e questa!
  Che impensata novità!) (Anna parte)
Zer. Dunque quello sei tu che il mio Masetto (a Lep. con
Poco fa crudelmente maltrattasti? furia)
Elv. Dunque tu m’ingannasti, o scellerato,
Spacciandoti con me per don Giovanni?
Ott. Dunque tu in questi panni
Venisti qui per qualche tradimento!
Elv. A me tocca punirti.
Zer. Anzi a me.
Ott.   Tocca a me.
Mas. Accoppatelo meco tutti tre.
Lep. Ah! pietà, signori miei
Do ragione a voi.., a lei...
Ma il delitto mio non è.
  Del padron la prepotenza
L’innocenza mi rubò
Donna Elvira! compatite,
Voi capite come andò.
Di Masetto non so nulla,
Vel dirà questa fanciulla.
E un’oretta incirca incirca
Che con lei girando vo.