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d’uno dei mille. 87

da tre giorni. Le sue guancie erano divenute smunte; i suoi capelli tesi; la pelle d’un giallo che non si poteva guardare. Mi si strinse il cuore, e non ebbi forza di dargli l’ultimo bacio. Egli lo avrebbe fatto, egli mi avrebbe seppellito colle sue mani!

Ora di qui io veggo il colle quieto e deserto. Ieri fin le pietre parevano là vive ad aiutarci! I morti che giacciono su quei dorsi sono più di trenta. Gli ho quasi tutti dinanzi agli occhi, come erano due giorni or sono, baldi, confidenti, allegri. Ma un d’essi mi mette non so che spavento nell’anima, quell’ufficiale che vidi a Novi, che rividi a Salemi, e non rivedrò mai più. Anche De Amicis è morto, e rimasto là nella gloria con nome non suo!1

Meno da rimpiangere i morti, perchè i poveri feriti, raccolti in quel misero villaggio di

  1. Il vero nome di quell’ufficiale era Pagani Costantino da Borgomanero. Aveva 23 anni, e veniva con finto nome perchè disertato dall’esercito piemontese.