Vai al contenuto

Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/108

Da Wikisource.
108 giulio verne

il lato pratico dell’operazione; non le pareva che l’azione di mandare una palla nella Luna fosse di tal natura da stabilire corrispondenza d’affari coll’astro delle notti; e sembravale poco prudente di arrischiare i suoi capitali in un’impresa aleatoria. Al postutto, forse la Svizzera aveva ragione.

Quanto alla Spagna, le fu impossibile di raggranellare più di centodieci reali1; essa allegò il pretesto che doveva compiere le sue ferrovie. La verità è che la scienza non è ben veduta in quel paese. È ancora un poco indietro. E poi certi spagnuoli, e non già de’ meno istruiti, non rendevansi un conto esatto della massa del proiettile paragonata a quella della Luna; essi temevano che venisse a sturbare la sua orbita, a sturbarla nella sua parte di satellite ed a provocare la sua caduta sulla superficie del globo terrestre. In tal caso era meglio astenersi. E così fecero, se ne togli pochi reali.

Rimaneva l’Inghilterra. Si conosce l’antipatia piena di disprezzo colla quale ella accolse la proposizione Barbicane. Gli inglesi non hanno che una sola e stessa anima pei venticinque milioni di abitanti che racchiude la Gran Brettagna. Essi fecero credere come l’impresa del Gun-Club fosse contraria al «principio del non intervento», e non sottoscrissero nemmeno per un farthing.

A questa notizia il Gun-Club si accontentò di alzare le spalle e fece ritorno al suo grande piano, quando l’America del Sud, cioè il Perù, il Chilì,



  1. Cinquantanove franchi e quarantotto centesimi.