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158 | giulio verne |
— Dunque, disse l’americano, senz’altri preliminari, siete deciso a partire?
— Assolutamente deciso.
— Nulla vi tratterrà?
— Nulla. Avete modificato il proiettile, così come lo indicava il mio dispaccio?
— Aspettava il vostro arrivo. Ma, domandò Barbicane di bel nuovo insistendo, avete ben riflettuto?...
— Riflettuto? Ho forse io tempo da perdere? Trovo l’occasione di andar a fare un giro nella Luna, ne approfitto; ecco tutto. Mi pare che ciò non non meriti molta riflessione.
Barbicane si mangiava cogli occhi quell’uomo che parlava del suo progetto di viaggio con una leggerezza, una noncuranza sì completa e affatto scevra da qualsiasi titubanza.
«Ma almeno», gli disse, «avete un piano, mezzi d’invenzione?»
— Eccellenti, mio caro Barbicane. Ma permettetemi che vi faccia un’osservazione: io preferisco raccontare una buona volta la mia storia a tutti, e che non se ne parli più. Così si eviteranno le ripetizioni. Dunque, salvo miglior avviso, convocate i vostri amici, i vostri colleghi, tutta la città, tutta la Florida, tutta l’America, se volete, e domani sarò pronto a sviluppare i miei mezzi così come a rispondere alle obbiezioni quali si siano. Siate tranquillo, io le aspetterò di piè fermo. Vi accomoda?
— Mi accomoda, rispose Barbicane.
Ciò detto, il presidente uscì dalla cabina per co-