Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/168

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168 giulio verne

— Non si può rispondere con maggior logica e giustezza, disse il presidente del Gun-Club. La vera quistione è questa: I mondi sono abitabili? — Dal canto mio, lo credo.

— Ed io ne son certo, rispose Michele Ardan.

— Eppure, replicò uno degli astanti, sonvi argomenti contro l’abitabilità dei mondi. Sarebbe necessario che nella maggior parte i principî della vita fossero modificati. Così, per non parlare che dei pianeti, si abbrucia in alcuni e si gela in altri, secondo che sono più o meno lontani dal Sole.

— Mi duole, rispose Michele Ardan, di non conoscere personalmente il mio onorevole contradditore, giacchè mi proverei a rispondergli. La sua obbiezione è di qualche peso, ma io credo si possa combatterla con buon esito, così come tutte quelle di cui è stato argomento l’abitabilità dei mondi. Se fossi un fisico, gli direi che se v’ha meno calorico messo in moto ne’ pianeti vicini al Sole, e di più, all’incontro, nei pianeti lontani, questo semplice fenomeno basta per equilibrare il calore e rendere la temperatura di questi mondi sopportabile per esseri conformati come noi. Se fossi naturalista, gli direi, dopo molt’altri illustri dotti, che la natura fornisce sulla Terra esempi d’animali che vivono in condizioni ben diverse d’abitabilità; che i pesci respirano in un mezzo mortale agli altri animali; che gli anfibî hanno una doppia esistenza piuttosto difficile da spiegarsi; che certi abitanti dei mari si mantengono negli strati di una grande profondità e vi sopportano senza esserne schiac-