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Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/59

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dalla terra alla luna 59


— No, vogliate ascoltarmi. Sapete che gli strumenti d’ottica hanno acquistato una grande perfezione: con certi telescopi si è giunti ad ottenere degl’ingrandimenti di seimila volte e ad avvicinare la Luna a quaranta miglia circa (sedici leghe). Ora, a questa distanza gli oggetti che hanno sessanta piedi di fianco sono perfettamente visibili. Se non si è spinta più in là la potenza di penetrazione dei telescopi, gli è che tal potenza non si esercita che a detrimento della chiarezza, e la Luna, la quale è solo uno specchio che riflette, non manda luce così intensa da permettere si possano portare gli ingrandimenti al di là di questo limite.

— Ebbene! che cosa farete allora? domandò il generale. Darete al vostro proiettile un diametro di sessanta piedi?

— No!

— V’incaricherete dunque di rendere la Luna più luminosa?

— Appunto.

— Quest’è bella! esclamò J. T. Maston.

— Sì, e semplicissima, rispose Barbicane. Infatti se io giungo a diminuire l’altezza dell’atmosfera attraversata dalla luce della Luna, non avrò reso questa stessa luce più intensa?

— Certamente.

— Dunque, per ottenere questo risultato, mi basterà di stabilire un telescopio su qualche elevata montagna. E così faremo.

— Mi arrendo, mi arrendo, rispose il maggiore. Avete un certo modo di semplificare le cose!... E quale ingrandimento sperate di ottenere in tal modo?