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Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/60

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60 giulio verne


— Un ingrandimento di quarantottomila volte, che farà sembrare la Luna alla lontananza di sole cinque miglia, e per essere visibili, gli oggetti non avranno più bisogno che di nove metri di diametro.

— Benone! esclamò J. T. Maston, il nostro proiettile avrà quindi nove piedi di diametro?

— Precisamente.

— Permettetemi che vi dica però, riprese il maggiore Elphiston, che sarà ancora di tal peso...

— Oh! maggiore! interruppe Barbicane, prima di discutere il suo peso lasciatemi dire che i nostri padri facevano meraviglie in questo genere. Lungi da me il pensiero di pretendere che la balistica non abbia progredito; ma è bene sapere che fino dal medio evo ottenevansi risultati sorprendenti, oserò aggiungere, più sorprendenti dei nostri.

— Oh questa la mi piace, replicò Morgan.

— Giustificate le vostre parole! saltò su vivamente J. T. Maston.

— Non v’ha nulla di più facile, rispose Barbicane; vi offro esempi in appoggio alla mia asserzione. Così, all’assedio di Costantinopoli, fatto da Maometto II nel 1543, si lanciarono palle di pietra che pesavano mille e novecento libbre, e che dovevano essere di belle dimensioni.

— Oh! oh, esclamò il maggiore, mille e novecento libbre è un numero grosso!

— A Malta, nel tempo de’ cavalieri, un certo cannone del forte di Sant’Elmo lanciava proiettili del peso di duemila e cinquanta libbre.

— Non è possibile!

— Infine, secondo uno storico francese, sotto