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212 | xii. dai pallottolieri alle calcolatrici |
dezza data e la lettura del prodotto come giudizio soggettivo della posizione relativa dei regoli, i risultati ottenuti sono sempre più o meno approssimati: di qui l’esigenza di servirsi, a mo’ di precauzione, dell’avverbio “circa”.
Il regolo faceva invariabilmente parte del bagaglio dell’ingegnere, ma molto meno di quello del matematico. Infatti per applicazioni di precisione non era utilizzabile, mentre la sua leggerezza e trasportabilità lo rendeva strumento validissimo per chi doveva, magari in un cantiere di costruzione, eseguire rapidi calcoli per verificare applicazioni tecniche, ed era perciò interessato non al valore esatto, ma ad una accettabile approssimazione.
In questo secolo si sviluppano anche le tecniche del calcolo infinitesimale, applicate a vari casi pratici di misurazione di grandezze fisiche correlate alla nascente tecnologia della corrente elettrica. Tale impostazione analogica prevalse per tutto il secolo e per la prima metà del Novecento.
Altra branca della matematica che vive una fase di sviluppo concettuale molto importante è la statistica; essa si rivolge alle realtà “incerte”, e ai limiti di questa incertezza. Le nuove macchine da calcolo offrono la possibilità di effettuare quantità molto elevate di calcoli, con poco dispendio di lavoro e di energia rispetto al passato. Vengono perciò messi a punto metodi di analisi di grandi quantità di dati, che permettono di individuare l’andamento di fenomeni che erano rimasti assolutamente inesplorati fino a quel momento.
Babbage in Inghilterra costruisce una “macchina analitica” in grado di calcolare e stampare tavole di logaritmi. Essa, in quanto capace di eseguire un solo tipo di operazioni, rientra ancora nella categoria delle calcolatrici; sempre Babbage tenta successivamente, con finanziamenti dell’ammiragliato, la costruzione di una calcolatrice “programmabile” che riesca a calcola-