Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/14

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Un fatto storico avvenuto in Monza, brevemente descritto dal Ripamonti, ha fornito all’autore dei Promessi Sposi l’episodio più applaudito di quel suo applauditissimo libro. Stretto però tra’ limiti del suo argomento, egli non ha potuto riferire che le seguenti particolarità (seguono esposte a sommi capi le avventure della Signora quai le ha memorate Manzoni). Non pochi tra’ moltissimi lettori di quel libro, non che un qualche critico solenne, hanno mostrato desiderio di sapere più oltre della condizione di Egidio, del modo con cui vennesi in chiaro dell’amore di Gertrude per esso, com’ella si partì dal Monastero di Monza, dove si riparò, per quai casi la Provvidenza la richiamò a piangere i suoi trariamanti, e qual infine fu il gastigo riservato ad Egidio ed al padre di lei, colpevoli ambidue verso la religione ugualmente che verso la morale. Quello è quanto di narrar si propone lo scrittore della Storia seguente, al qual, per caso, venne alle mani un volume del secolo decimosettimo che diffusamente la racconta.

Pigliate le mosse da questo supposto, il Romanziero Toscano mette fuori un Egidio ed una Gertrude di sua fattura, che trae profughi per l'Italia rimescolati in ogni lizza artistica, in ogni gara letteraria, in ogni politica e sociale bruttura di quella età di tronfi poeti e di morìe d’artisti barocchi e di streghe, di lanzichinecchi e d’avvelenatori: ignorava il valent’uomo che non di Gertrude e di Egidio, sibbene di Giampaolo Osio e di Virginia de Leyva casi ben più strazianti, ed in assai più vista di romanzeschi, benché tremendamente veri, celavansi entro