Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/19

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qualche insidioso nemico del Cattolicismo, un di coloro pe’ quali è gran fortuna appropriarsi materiali storici inediti da travisare, da tossicare, per diffonder indi, con bugiarde interpolazioni, e mutazioni, tal racconto, che, convalidato dalle genuine notizie, e vago del colorito locale, abbia a sedurre i creduli, e guastar la opinione? non s’è diportato a questo modo, per dire d’un notissimo contemporaneo, Llorente nella sua Storia della inquisizione Spagnuola?

S’ella è ottima ventura per coraggioso cattolico ributtar in viso a’ nemici della sua religione certe vulgate accuse, e rilevarne il guanto sul terreno stesso con ogni cura da loro scelto e preparato; egli è caso non manco propizio per un letterato leale imbattersi in suggetto per anticipazion designatogli dalla pubblica curiosità, il qual serba pressochè intatta la verginità d’una commovente storia venuta da poco in luce, ma luce ottenebrata e fioca.

Anco la forma con cui vestire queste sposizioni mi si affacciò facilissima: tanto facile, che, nell’ermo vallone ove mi condussi, volgon ora otto giorni, in questa cella tuttavia olezzante il profumo di quel monachismo che onoro ed amo, tra questi monti boscati ov’è sì grato il passeggiar meditando, e che per me si popolarono delle buje fantasime del passato, ecco che il fascio delle già vergate carte non altro attende, ad integrarsi, che le poche preliminari avvertenze a cui do mano in questo punto. Cominciare trascrivendo alcuna delle stupende pagine de’ Promessi Sposi, quelle che più particolarmente spettano al mio suggetto (prologo del dramma); proseguire richiamando a