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ligione e morale con sacrilegii e laidezze, ma che facevano
professione d’ insidiare la salute, la vita de’ compatriotti,
lor amministrando a tradimento polveri che cagionavan
aborti e morte. ll Processo Tirolese ci rivelerà delitti, i
quali, anche di presente, sarebbon bastati a provocare
l’applicazione di condanne capitali.
Sedicenti filantropi sogliono pigliarsela col Clero Cattolico per le condanne di cui furon colpite le maliarde: chiunque professa reverenza alla verità si asterrà da siffatti rimproveri; perciocchè, se gli è innegabile che v’ebber sciagurati che perirono dell’ultimo supplizio non per altro che per essersi chiariti vaghi di negromanzia, gli è del pari provato che quelle fiere sentenze furono di solito portate da giudici secolari in nome di leggi allora vigenti: niun sarebbesi pensato tacciare di crudeltà una giurisprudenza che puniva a quel modo i maggiori (secondo il pensare d’allora) misfatti che un cittadino, e un cristiano deliberatamente commetteva.
In Germania, ove il misticismo è indigeno, gli stregoni abbondarono. Mohesen racconta che nell’Elettorato di Treveri, a’giorni dell’imperatore Massimiliano I, se ne processarono da seimilacinquecento; che nelle Fiandre nel 1459 se ne mandò a morte un gran numero; che a Ginevra se ne contarono di condannati cinquecento; che la Spagna e la Francia giacquer tutte sanguinose di lor supplizii. Pietro Crespet riferisce che sotto Francesco I si contavano nel regno centomila fattucchieri. Nicola Ramigio cancelliere del duca di Lorena si vanta d’aver sentenziate a morte novecento streghe in quattro anni: Enrico IV ne fe’ bruciare seicento nella sola provincia di Labourd; in Islesia nel 1631 ne periron dugento.
É fenomeno noto agli studiosi de' morbi morali della spezie umana, che certi delitti si moltiplicano in ragione del romore che fanno: talvolta s’ebbe ricorso a rimedii che difettavan di prudenza, ed accrescevano il male rinforzando