Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/196

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la superstizione. Ad impedire, per esempio, che un Vampiro continuasse ad escire notturno dal suo sepolcro per sugger il sangue degli addormentati, il Magistrato Polacco era tenuto di farlo dissotterrare, e trafiggere d’un chiodo nel cuore: Montaigne ci assicura che i guasti causati dal Vampiro cessavano dopo questa operazione: gli era un dar vinta la causa al pregiudizio. Porta e Cardano opinano che le frizioni d’oppio esercitavano sul sistema cerebrale delle streghe un’azione efficace al punto di renderle pazze.

I Giureconsulti chiamati a dirigere i processi contro di esse, mossi probilmente da un senso di pudore, che li traeva a celare le abbominevoli rivelazioni che loro strappavano, addottarono la procedura segreta: ma da quel punto non v’ebbe coscienza che non potess’essere sconvolta da interrogatorii minacciosi, capziosi, frammisti di lunghe reclusioni, aggravati da spaventose torture: l’opinione pubblica fu tratta in errore da numerose e concordi confessioni, a cui veniva data la più grande pubblicità.

Manzoni asserì che un libro del fiammingo Delrio ha cagionato più morti d’uomini delle guerre d’Alessandro il Macedone; faceva allusione al volume intitolato Disquisitiones magicæ, diventato, infatti, il terrore delle streghe, e il manuale di lor giudici. Va diviso in sei parti: nella prima trattasi degli amuleti, dei vocaboli arcani, de’ numeri cabalistici e dell’alchimia: la seconda rivela i varii patti che si fanno col diavolo, e il tenore de’ congressi: nella terza si tien discorso de’ malefizii praticati con erbe, paglie, unguenti, ossi di morti: il quarto libro tratta dell’arte di tirar le carte, d’interpetrar i sogni, ecc.: i due ultimi libri sviluppano i doveri de’ confessori, difendono l’integrità del suggello sacramentale, e sostengono contro i protestanti l’uso delle reliquie, degli scapolari, dell’acqua benedetta, del suono delle campane, degli esorcismi, ecc.

Contro le proscrizionì legali promosse da Delrio si alzò il gesuita vesfaliano Federico Spee il qual avendo prestato