Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/231

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Le furon letti i costituti di Lucia del 15 e del 17.

» Non so di averlo fatto, a meno ch’io non fossi stata onta da esse, e che mi avesse parso come un sogno; perchè mi ha parso di trovarmi in compagnia di putte, e di ridere e di ballare.

Interrogata di nuovo, e con minacce, rispose:

» ben è vero che alcune volte comparve in mia casa un giovine che pareva un foresto, e mi faceva all’amore, e comparivan sonadori, e si ballava.

Richiesta intorno questo giovine, rispose:

» fu quello che mi bollò su d’una spalla con un ferrazzuolo fogato, e mia madre vi pose sopra l’anello che ha senza preda, e mi disse che quel giovene era il diavolo, e che io non dovessi dubitare che mi haverebbe sempre ajutata: ma sono alcuni anni, e non posso ben ricordarmi, perché non avevo tutto il mio giuditio. Parmi che mi donasse anche delli quattrini, non saprei dir quanti: li diedi a mia madre, che è stata una traditora a sassinare una sua creatura a questa maniera.

Richiesta se fosse intervenuta a’ convegni diabolici, rispose:

» tutto mi sembra, come ho detto, un sogno: e parevami che sempre vi fosse il diavolo in forma di quel giovene.

Interrogata se abbia portata quella tal insalata, rispose:

» sì, d’ordine di mia madre: mi venne dietro Lucia per osservare se questa vostra figlia la mangiava; e tornò dicendo che avea vista mangiarla: allhora tutte ci ponessimo a ridere (c’erano lì la Menegota e la Mercuria) gridando — la la ga magnada! — la la ga magnada!

Richiesta che nome s’avesse il diavolo suo innamorato, rispose di non ricordarsene.

Richiesta se portava sul proprio corpo qualche segno diabolico, rispose:

» si, lo ponno vedere.