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la pensi su questo e su quello; così sarebbe sorto, giusto, il desiderio che, sia con un discorso, sia con la stampa, non so se mi spiego...

«Vogliono u programma» disse il barone alle signore con voce abbastanza prudente, nell’altro braccio della sala. «hanno ragione. Quando s’è visto un candidato che non tiene u programma? È come una casa senza facciata.

«Meglio così che tante facciate senza case, che tanti programmi senza un uomo dentro» disse sua moglie vivacemente.

«E vero, Elena» saltò su la contessa Sofia, «che tuo cugino ha nome Daniele Volveno?

«Sì» rispose Elena, asciutta.

«Che nomi strampalati avete qui voialtri!» esclamò il senatore.

«Non è mica nostro veneto, barone, questo nome» rispose la Perlotti battendosi dispettosamente un ginocchio con il ventaglio. «È friulano. Il signor Cortis è friulano.

«Ma se lo so! Non volete che lo sappia? E che cos’è il Friuli? Non è Veneto? Che razza di geografia volete insegnarmi?

La signora si morse le labbra. «Domando scusa» diss’ella «ma...

Qui suo marito pensò bene di correre a mettere il naso sui vetri, gridando: «Oh Dio guardate, guardate! Che sia Malcanton quello là?»

Si vedeva un ombrello venir su traballando lungo gli abeti velati dalla pioggia.

Tutti corsero a guardare, tranne il senatore e sua moglie.

«Malcanton, Malcanton?