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occulto dramma | 329 |
«Adesso no...» diss’ella.
«Oh no certo!
Elena liberò la sua mano, ne accarezzò leggermente quelle di Cortis, guardandole, sussurrando:
«Ma dopo... quando starai bene... proprio bene... proprio come prima...
Strinse ora quelle mani, alzò il viso e fece un sorriso di dolcezza, di tristezza infinita, dicendo:
«Allora sì?
«Signore, vi ringrazio!» disse la contessa Tarquinia rientrando. «Li sa fare.
«Sì?» disse Cortis, alzandosi senza rispondere ad Elena. «Allora il pranzo è trovato. Per la serata, una bottiglia, un poco di Donizetti o di Pergolese, e l’uomo è felice.
«Per la musica c’è Elena» disse la contessa.
«Io non suono sicuro. E a che ora dite che vengano?
Non potevano venire che alle sei e mezzo; ci mancavano ancora più di quattr’ore. Non pioveva più. La contessa aveva un paio di visite a fare in paese. Fece attaccare e un quarto d’ora dopo se ne andò.
«Che lettere ci siamo scritte!» disse Cortis, tornando a sedere presso sua cugina. «Pare impossibile!
«Perchè impossibile?
«Mi domandi?
Elena abbassò gli occhi, disse timida e grave:
«Io non voleva che tu mi amassi.
«Perchè non volevi?
«Lo sai, perchè credevo che non potessi essere felice, così.