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[versione diplomatica]
L' A V T O R E
A L L I C O R T E S I
L E T T O R I.
V O L E eſſere caro à gli amanti, qual hora ſi ritrouano lontani dalle loro amate donne; & che non ponno affiſſare lo ſguardo nello ſplendere de celeſti loro lumi, & vagheggiar le innanellate chiome. con il mezo, ò di lettera, ò di colorata diuiſa, & impreſa (poi che per altra ſtrada mal ſi può far chiaro quello, che ſi riſerba dentro il petto) paleſare l'ardentißime fuoco, & l acerbißimo dolore, che prouano per la loro abſenza. il perche, iſtimando io douere giouare altrui (non potendoſi fare coſa più ragioneuole in queſto noſtro cieco laberinto, che l'eſſere a molti cagione di molto bene) mi hò nell'animo propoſto mandare nelle mani di ciaſcuno co' l mezo della Stampa, queſto mio ſcilinguo Moſtro, dal quale inſtrutti, potranno far chiaro alle loro care, & amate donne le allegrezze, le meſtitie, i ſoſpiri, & le inſopportabili paßioni, che per il ſeguirle, & amarle patiſcono come apunto dimoſtrorono quei cauaglieri in Damaſco alle loro Dame. de i quali, ragionando il noſtro poeta Ferrareſe nel canto decimoſettimo alla ottaua 72. dice,
L' A U T O R E A L L I C O R T E S I L E T T O R I.
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