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Un nuovo personaggio 185

È innamorato.... che fa schifo. La maestrina finge di non avvedersi di nulla. Solamente bada a non gli si metter vicino quando va a correggere ai banchi: si capisce. Del resto, dicono che ha talento.... quel mandrillo.


UN NUOVO PERSONAGGIO.


Due mesi dopo ci furon gli esami; i quali non diedero al Ratti alcun pensiero, quantunque il sindaco, che assistette ai verbali, dopo aver avuto un battibecco la mattina con la maestra Falbrizio, mostrasse un po’ di malumore anche con lui, forse perchè gli pareva ch’egli bazzicasse un po’ troppo la sua nemica. E cominciarono le sospirate vacanze. Lo stato della cassa non permise quell’anno al maestro di fare il viaggetto solito per riabbracciar la sorella e i fratelli; ma ebbe un compenso nel veder che i villeggianti eran pochi, e poco affiatati tra di loro, e non festaioli come quelli del piano, dove la natura non offrendo allettamenti e il caldo prolungando l’uggia della città, bisogna cercar distrazioni nel chiasso delle brigate. Non di meno, gli davan noia anche quei pochi, davanti ai quali egli si sentiva riaprir le ferite già rimarginate dell’orgoglio, e ogni volta che vedeva di lontano, per la strada del villaggio, brillare i colori d’un vestito di signora, svoltava in un vicolo, come all’apparire d’un antico offensore; ma non senza un segreto rammarico, chè gli durava sempre quel desiderio istintivo di levarsi e di farsi stimare in una classe più alta della sua. E un caso impreveduto venne ad attirarlo per forza in mezzo alla gente ch’ei fuggiva.

Stava una mattina nella sua camera leggendo un riassunto delle Conferenze pedagogiche d’un ispettore, che il Calvi gli aveva imprestate, quando picchiò all’uscio e gli si presentò in atto cortese un signore d’una cinquantina d’anni, di viso intelligente e fine, che gli parve d’aver visto altre volte.

— Il maestro Ratti? — domandò con certa cordialità giovanile, senz’ombra d’ostentazione. — Lei non