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Le prime conoscenze 17

riale sarà rinnovato. E poi.... grandi cose, in somma. Fra un paio d’anni avremo le più belle scuole del circondario.


Andarono dall’assessore Toppo, che stava in una casetta gialla, mezza coperta da una meridiana gigantesca, e fiancheggiata da una casa rustica, in cui abitavano i suoi contadini. Il maestro non potè trattenere un sorriso alla vista di quella figura d’antico vangatore, bassotto e largo, con una testa enorme, la quale di tanto in tanto chiudeva gli occhi, come una testa d’automa. Ma indovinò che ci doveva essere un certo ingegnaccio di faccendiere buono a tutto, o se non altro una maledetta tenacia di volontà sotto a quel mascherone bernoccoluto, atteggiato continuamente a un sorriso gianduiesco. Costui lo accolse con affabilità, temperata da un certo sussiego. Ma di questo era scusabile, poichè egli riuniva in sè le cariche d’assessore, di soprintendente delle scuole, di direttore dell’asilo, di membro della Congregazione di carità e di vicepresidente del consorzio della nuova strada, ed era arrivato a quella “superba altezza„ passando per i mestierî di contadino, di falegname, di muratore, di fattore; per mezzo dei quali, e di altri ancora, aveva messo insieme in quarant’anni di lavoro e di taccagneria un capitale meno ingente di quanto si dicesse e di quello che volesse far credere, ma degno di considerazione. Fra l’altre cose, domandò notizie al maestro della famiglia Goli, ch’egli conosceva per riputazione, e di cui parlò con molto rispetto, fece stappare una bottiglia, e presentò al giovane sua nipote “maestra patentata,„ un macchinone di ragazza, con mezzo naso, che lasciava indovinare a traverso al viso buono il cervello scemo, e tirava a nascondere le mani; le quali facevan pensare che ella avesse maneggiato per molti anni uno strumento più pesante della penna. La visita fu breve; ma anche questa lasciò nel maestro una buona impressione. Il soprintendente lo invitò, chiudendo gli occhi, a venir qualche sera a casa sua, a discorrere delle cose di scuola, ed ebbe la cortesia di rimaner sul pianerottolo mentre egli discendeva le scale.


Quando furon sulla strada, il maestro domandò del

Il romanzo d’un maestro. — I. 2