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Il collega Labaccio 45

indipendente, li caccian nel banco dell’asino.... D’altra parte, le autorità sono anche uomini: non si può pretendere che non preferiscano i propri figliuoli ai figliuoli degli altri. Scioccherie.

A questo punto il Ratti s’indispettì. — Ah! caro mio — gli disse, — tu hai un bel dire! Tu sei la fenice dei maestri e sei cascato nella fenice dei comuni. Ma per me, e per la maggior parte, le difficoltà ci sono e dure, e d’ogni specie, e la vita è trista e miserabile. S’ha un bell’essere di buona pasta e fare il proprio dovere.... Io vedo che si commettono di continuo ingiustizie e prepotenze, che il maestro non è protetto, che da tutte le parti si levan lamenti, e che ci son migliaia di maestri che non mangiano abbastanza, e che molti crepan di fame. Non mi negherai mica queste verità!

— Non nego, — rispose dolcemente il Labaccio, — ma credi, Ratti, si esagera.

— Si esagera?... In che condizione si trovano gli altri maestri, nei comuni vicini al tuo? Ne avrai conosciuti, m’immagino.

— Ne ho conosciuti. Ebbene.... si trovano in una condizione.... generalmente prospera. Uno che conosco, che s’è ammalato, i contadini gli han portato ogni sorta d’erbe medicinali, del grasso di cavallo.... Credi, non c’è tutto il male che dicono. Ma questa non è la quistione. Io dico che c’è dei torti di qua e dei torti di là. Anche i maestri, Dio mio, non fanno che lamentarsi, sempre con quel benedetto stipendio, sempre a pianger miseria. Finisce che si rendono uggiosi. Son loro, sto per dire, che a furia di gridare che muoion di fame, rendono la professione disprezzabile. Hanno spinto le cose al punto, cospetto, che al vedere un maestro la gente si volta in là, come se fosse lo spettro del conte Ugolino. Scrivono sui giornali, minacciano.... Pare che per loro non ci sia carità nè giustizia al mondo.... Ma credi: io tengo dietro alle liti.... copio in un quaderno le sentenze dei tribunali e i pareri del Consiglio di Stato, e vedo che danno delle brave lezioni. Ma cosa fai?

Così dicendo levò l’insalatiera di mano al Ratti, per condire in vece sua, dicendogli ch’egli non sapeva. E gli espose la sua teoria sulla dosatura dei vari in-