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A Torino 235

riso di trionfo feroce, — ne hanno sentite! Perchè, bisogna dire che avevan coscienza delle loro turpitudini e riconoscevan giusto che mi sfogassi. E mi sono sfogato, puoi pensare. Alla riscossione d’ogni scudo, latravo per delle mezz’ore, facevo accorrer la gente, era un inferno. Loro fingevan di non sentire. Ne dicevo di quelle che mi compensavano di un mese di privazioni: le preparavo il giorno prima; dei vituperi, ti dico, che se avessero avuto un’oncia di sangue nelle vene, m’avrebbero fatto saltar le cervella col revolver. Basta, è il mio destino. E ora vedrai che sarò buggerato anche qui.... — E siccome il Ratti faceva un atto di denegazione: — Ah! ne son sicuro! — esclamò — io son troppo conosciuto in Piemonte. Figurati le infami lettere che debbono aver scritte alla commissione e al municipio tutti quelli che ho trattati da mascalzoni e minacciati di calci nel deretano. I caratteri come il mio non li vogliono da nessuna parte. Ma aspetta un po’ ch’io sia bocciato! Non ti dico altro. Mi sentiranno prima di tutto nella Commissione, e poi farò un giro circolare in tutti i villaggi dove son stato, per procedere a un aggiustamento generale di conti, e ne sentirai delle belle. Sarà il viaggio del terremoto in persona!


La mattina dopo ci fu il lavoro di lettere italiane, la sentenza — Impara l’arte e mettila da parte, — da illustrare con un racconto, o un dialogo, o una dissertazione. — Seguirono le medesime scene del giorno avanti, con un incidente di più. Dopo due ore, una ragazza s’arrovesciò col viso smorto sul banco di dietro, accorsero i professori e i bidelli, fu portata nel giardino, la spruzzaron d’acqua, rinvenne; ma non fu più in grado di rimettersi al lavoro.

Il Ratti fu continuamente disturbato dai sacrati sommessi del Lérica, che trovava il tema vuoto e stupido, e dedicava delle filze d’epiteti alla commissione e al municipio. Prima dell’uscita, furono avvertiti che la commissione si pigliava otto giorni di tempo per la correzione delle pagine, e che la mattina del nono giorno sarebbero stati affissi alla porta della Scuola i temi dei candidati ammessi agli esami verbali, rimanendo sottinteso che i non iscritti si dovessero consi-