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68 Garasco

ci ha declamato anche lei qualche cosa di bello? — Il maestro si toccò il cappello, senza rispondere, e masticando veleno, corse a rinchiudersi in casa.

Il villaggio era già oscuro e silenzioso, ed egli se ne stava da varie ore, triste, nella sua camera, quando si sentì chiamare dalla strada da un coro di voci allegre, fra cui distinse quella del segretario: — Maestro! — Maestro Ratti! — Venga giù con noi! — Mosso dalla curiosità, scese di corsa le scale, e si trovò in mezzo a una brigata di giovani villeggianti, quasi tutti studenti d’università e di liceo, alcuni dei quali conosceva. Erano in baldoria fin dall’imbrunire, volevano condurlo con loro a ber l’ultimo bicchiere all’Albergo della Croce, avevano già snidato così parecchi altri, urlando sotto le finestre. Egli v’andò, per cacciar le paturne, e il vino vecchio e la giovialità cordiale di quei giovanotti, che rifacevano il verso ai professori e raccontavano barzellette lepidissime della vita universitaria, gli allargarono il cuore. Eran tutti poco più che ventenni, andavan tutti alla conquista del mondo, con ideali diversi di scienza, di fortuna e di gloria: ma non ancora bacati dall’orgoglio e dall’idolatria del danaro; alcuni, anzi, compresi di idee e di sentimenti ostili alla classe privilegiata a cui appartenevano; e tutti lo trattavano fraternamente. Uno di essi imitò la declamazione della Battaglia di Maclodio, in modo che scoppiaron tutti dal ridere; fuori che il segretario, che sorrise discretamente, dopo aver dato uno sguardo inquieto verso la sala vicina, dove c’era gente. E un altro fece un discorso immaginario del soprintendente, con gli occhi chiusi. E ben presto il maestro scherzò e rise egli pure. E quando s’accomiatò da quei giovani, che, un po’ eccitati dal bere, sovrabbondavano in saluti, battendogli le mani sulle spalle e facendogli degli auguri in latino, gli parve di lasciare dei vecchi amici. Uno di loro rifece dieci passi indietro per dirgli: — Lei va a Piazzena, maestro?... Ah! ci troverà dei bei tipi!

Il segretario, rimasto solo con lui, credè dovere di cortesia d’accompagnarlo a casa, e tutti e due s’incamminarono lentamente, a braccetto, per le strade del villaggio imbiancate dalla luna. Quando furono all’uscio, il segretario gli disse, dandogli di gomito, che parlasse piano “per non disturbare il malato.„