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Vidi, le scienze, le lettere, le arti, coronarlo di alloro mentre gli amori del Cielo si stringevano attorno a Lui per rendere omaggio al Cantore degli amori terreni.

Io avrei voluto in quel momento che un turbine improvviso avesse divelti tutti i fiori dei giardini italiani, per deporli allato del sommo Scrittore.

Avrei desiderato avere la potenza di innalzare presso la porta della sua casa, due nuove colonne, sulle quali la morte leggendovi scolpito il celebre motto delle colonne di Ercole, avesse potuto un giorno retrocedere.

Lo avrei ardentemente bramato, perchè, se vi è anima che con le sue opere abbia saputo ingentilire i cuori è certo quella, dirò con poesia, che Dio quasi togliendola da uno dei suoi Angeli, la volle infondere nel corpo di Augusto Conti.

Tutto questo mi passava per la mente e forse più a lungo sarei rimasto in quell’estasi, se il dovere di cominciare queste pagine non avesse imposto al mio spirito di ritornare alla sua tranquillità.



Oh quanto è cara la terra che ci ha dati i natali, quanto è dolce al cuore di chi la ama immedesimarsi della stessa sua vita!

Le sue gioie addivengono il sorriso di lui, i suoi