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che Don Luigi era persuaso di aver a che fare con un uomo traviato, cominciai la mia parte.

Voi, signor abate, non intendeste il mio libro, giacché mentre voi mi accusate di troppa indulgenza verso la rivoluzione, parecchi liberalissimi mi scrissero che da molto tempo nessuno avea parlato contro di essa così chiaramente.

E procediamo.....

Voi mi accusate di essere deferente assai verso una Dinastia che ha seguito la rivoluzione, mi dite in altri termini che io dovea questa Dinastia quasi combatterla, ma sapete, Don Luigi mio, che dissi in favore di essa, neppure metà di quello che avea in animo di dire?

Anzitutto, vi dichiaro che io rispetto ed amo la Casa di Savoja, e questo come cattolico e come cittadino.

Ho rispetto per Essa, perché in Sua Maestà Umberto I, io vi riconosco il capo legittimo dello Stato e siccome ogni autorità viene da Dio, come voi, signor Don Luigi dovete sapere, così voi stesso siete obbligato ad ammettere che essa deve essere rispettata.

Penso poi agli spiriti eletti di Umberto, di Amedeo, di Margherita, ascritti alla gloria dei beati, ricordo Maria Teresa, Maria Cristina, Maria Adelaide, ammiro la vivente romita di Moncalieri e mi sento entusiasmare.