Pagina:De Amicis - La mia cara Italia.djvu/38

Da Wikisource.

— 36 —

Se abbiamo cuore, potremo dire che questo prete sia egoista?



Chi fa conoscere il nome di Dio e della patria nostra, il nostro linguaggio, in tante contrade barbare del mondo?

Perché passando innanzi alle Chiese dei Missionari ben di frequente si odono sospiri e pianti?

Sono padri, sono madri, sono fratelli, sono amici, sono ammiratori che con l’anima straziata, ai loro cari figliuoli, ai loro cari fratelli, ai loro cari amici, ai loro cari concittadini rivolgono forse l’ultimo mortale saluto.

Guardiamoli questi missionari: essi appartengono a illustri e a povere famiglie, ma nei loro petti è così viva la fede, è così vivo l’amore per la civiltà e per la patria, che tutti ugualmente sono ricchi di eroismo.

Io vi saluto, o eroi, io vi saluto, o fratelli degli Angeli, io vi saluto, fiori elettissimi dei giardini nostri.

I giovani Italiani si entusiasmino per voi e pronunzino con venerazione il nome vostro.

Gli Angeli vi seguano nel viaggio, vi confortino nel periodo della prova; nelle ore del sacrificio e dell’abbandono, vi ripetano il dolce nome dell’Italia; nei momenti che scellerati attentassero alla vita vo-