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Dopo aver dato allo stampe il mio libro Salviamo l’Italia, mi era proposto non avere più a che fare con gli editori.
Non già sia dispiaciuta la mia opera, o che gli editori mi abbiano dissanguato; chè anzi il mio scritto mi portò moltissimi incoraggiamenti e chè gli editori mi furono misericordiosi. Ma conoscendo quanto sia difficile il compito di scrivere e difficilissimo il segreto di farsi comprendere, mi era fermato a quella determinazione.
Però a certi ammiratori non piacque il mio proposito e senz’altro cominciarono ad impegnare contro di me una vera battaglia.
Biglietti, lettere, visite furono le armi usate per spronarmi a riprender la penna, di modo che oggi essi sono i vincitori ed io il vinto.
E come può essere diversamente?
In qual maniera sottrarmi dai chiari ingegni che