Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/229

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quel giorno. 221

quella pesta precipitosa, sotto quella moltitudine scatenata. Qua il terreno si fa erto d’un tratto e sassoso: il piede scivola, molti cadono; su coi gomiti, su, forza, in piedi, avanti. I più si aiutano colle mani, col calcio del fucile, colle ginocchia; i tronchi, le zolle, le pietre, le radici, tutto serve di presa alla mano convulsa; la turba s’arrampica, striscia, s’abbarbica, qui densa, là rada, scompigliata, sparsa; ma tenace, ma risoluta, ma rabbiosa. E intanto le forze vengono meno, e il sole ci saetta, ci arrovella, e qui, dentro il petto, si brucia.... Non monta; coraggio; un’occhiata in su a veder quanto resta: — poco. — Un’occhiata indietro: — una lunga striscia di caduti tendono le braccia; molti tentano di rialzarsi; indarno; ricadono. — Ci siamo, quasi; ci avranno già scorti; a momenti.... Oh! — Un sibilo, lungo, acuto, stridente, rabbioso passò sulle teste della colonna. Un lieve grido, un profondo fremito, tutti a terra. — Su quelle teste! — tuona la nota voce; quando si sente il fischio è passata — Tutti in piedi; ci siamo; ci han veduti; serriamoci; giù le baionette, svelto il passo: sotto.1 — Un altro sibilo più lungo, più sottile, più mordente, più vicino, più spaventoso: tutti a terra. — Su perdio! figliuoli! — sempre quella voce; — guardatela in faccia la morte. Niente paura. — Un altro fischio; un altro; tutti illesi; siamo al sicuro; eccoci sulla vetta; alto; aspettiamo.

Tutti girano l’occhio intorno meravigliati: che pianura immensa, stupenda! Il cielo, com’era, purissimo ne concedeva allo sguardo le lontananze estreme. Da un lato, lontano lontano, monti e dietro monti ed altri ancora, alti, azzurri, chiari; dall’altro lato pianura, sempre pianura. Tutta quella superficie verde appariva

  1. Sotto, in linguaggio militare, significa «serrate» ossia fatevi innanzi così da stringer bene le file.