Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/317

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durante il colèra del 1867. 309


Questo racconto, con poche parole di più o di meno, udii da un ufficiale del 54º. E quel che fecero i soldati in quel paese l’han fatto gli altri del 54º nella città di Caltanissetta, per cui questo reggimento è stato una vera provvidenza; l’ha fatto il 18º di fanteria a Terrasini in favore delle due famiglie che assistettero il povero sottotenente Viale e il sergente Imberti; l’han fatto a Messina il 6º battaglione di bersaglieri e il 10º reggimento di fanteria; l’ha fatto il 58º a Petralia Sottana; il 38º battaglione bersaglieri a Monreale; il 67º di fanteria e il 15º battaglione di bersaglieri a Longobucco; il 68º di fanteria a Reggio di Calabria; i lancieri di Foggia a Misilmeri; il 25º battaglione di bersaglieri a Rocca d’Anfo; il 7º di fanteria a Mantova e il presidio del forte di Bard, e i cacciatori franchi d’Aosta, e chi sa quanti altri corpi avran fatto altrettanto, senza che ce ne sia pervenuta notizia, solo perchè nessuno dei benefattori n’avrà voluto scrivere o parlare con chicchessia, da cui il fatto potesse venir riferito ai giornali. Eppure anche allora c’era chi domandava severamente al governo a che si mantenesse in arme un così «colossale» esercito, e se si credeva di «incivilire il paese colle baionette», e se di tante «oziose» caserme non sarebbe stato meglio fare altrettanti ospedali, e se il danaro che si spendeva nell’alte paghe non si sarebbe potuto impiegare a sollievo della miseria, e via così. E queste cose si dicevano mentre il soldato divideva il suo pane col povero, combatteva, soffriva e moriva per la salute del paese.

Qualche volta i municipi a cui i soldati avean reso più grandi servigi, offrivano loro in compenso quei pochi danari di che potean disporre, e questi municipi non furon pochi. Ma quei denari eran sempre rifiutati, e si possono citare dei fatti e dei nomi. Il municipio di