Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/482

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474 il più bel giorno della vita.

una voce, guardandolo con un aria di tenerezza quasi compassionevole.

— Dico davvero; e tu Luisa sarai contenta, te lo assicuro, perchè conosco Cesare prima di te, fin da bambino; e sarai compensata di tutto quel che hai sofferto, povera creatura. Oh è più che giusto! Qui dimenticherai i tuoi giorni tristi; faremo tutti quanto sta in noi per farteli dimenticare. Eri rimasta sola al mondo; ora eccoli in buona compagnia; hai uno sposo, una mamma, e.... se lo vuoi, anche un papà, ti contenti?

Luisa non potè raccoglier la voce.

— E anche noi saremo amici, non è vero, bambino? — Ciò dicendo prese per mano il fratello e se lo trasse accanto. — Sicuro; e faremo insieme le nostre passeggiate per la campagna, e leggeremo, e scriveremo, e faremo tante altre cose, e vivremo allegri, vedrai; e quando le mie gambe comincieranno a non voler più fare il loro dovere, domanderò un po’ d’aiuto al tuo braccio, che già a fare ogni giorno un giretto per questi bei colli io non ci rinunzio. Starai meglio qui che a lavorare in città, senza famiglia e senza protezione, te lo prometto. Povero ragazzo, eri abbandonato! Oh! ma c’è una Provvidenza per tutti.... Che cos’hai? Che vuol dire?... Ah! capisco, sì; vieni qua, povero ragazzo, abbraccia pure il tuo vecchio babbo che ti vuole un gran bene; oh! povero bambino! Chetati, via.

Il ragazzo singhiozzava che pareva gli si volesse schiantare il petto.

— E tu Luisa che cos’hai? Perchè mi guardi in quel modo?

— Signor colonnello, — rispose Luisa colla voce tremante, facendo uno sforzo; — che vuole che io le dica? Io non trovo parole, io non so.... Mi par di sognare.... mi par che tutto questo non possa esser vero....