Pagina:De Amicis - Marocco.djvu/451

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mechinez 441


voleva fare una strada da Mechinez fino a Marocco, fiancheggiata da due alti muri, affinchè anche i ciechi potessero andare da una città all'altra senza bisogno di guida. E questo re perverso e crudele aveva un anello col quale poteva chiamare a suo servizio tutti i demoni. E li chiamò e li fece lavorare alla strada. Ce n'erano migliaia e migliaia, e ognuno d'essi portava delle pietre che cento uomini non sarebbero bastati a muovere d'un dito, e quelli che non avevan voglia di lavorare, il re li faceva calcinar vivi nei muri, e se ne vedono ancora le ossa. (Si vedono ancora, infatti, ma sono ossa di schiavi cristiani, che si ritrovano pure nelle mura di Salè e di Rabatt). E già i due muri della strada erano stati fabbricati per la lunghezza d'una giornata di cammino, e tutti si rallegravano pensando che la strada sarebbe presto finita. Ma quel re spiaceva ad Allà, ed Allà non volle che la strada si finisse. Un giorno ch'egli passeggiava a cavallo, una povera donna della campagna lo arrestò e gli disse: — Dove vuoi riuscire con questa strada, re temerario? — All'inferno! — rispose il re indispettito. — Sprofondavi dunque! — gridò la donna. A quelle parole il re cadde morto da cavallo, i muri crollarono, i demoni sparpagliarono le pietre per la campagna, e la strada rimase incompiuta per sempre.