Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/241

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238 ricordi di parigi.


Si scagliarono contro l’autore tutte le litanie delle ingiurie, da quella di nemico della patria a quella d’ «égoutier littéraire» e di porco pretto sputato, senza giri di frase. Le riviste teatrali della fin dell’anno lo rappresentarono nei panni d’uno spazzaturaio che andava raccattando le immondizie colla fiocina per le vie di Parigi. Ce n’était plus de la critique, com’egli disse: c’était du massacre. Gli negavano l’ingegno, l’originalità, lo stile, persino la grammatica; c’era chi non lo voleva nemmeno discutere; poco mancò che non gli si facessero delle provocazioni personali per la strada. E si spandevano intorno alla sua persona le più stravaganti e più odiose dicerie: che era un sacco di vizi, un mezzo bruto, un uomo senza cuore come Lantier, un beone come Coupeau, un sudicione come Bec-Salé, una brutta faccia come il suo pére Bezougue, il becchino. Ma intanto le edizioni succedevano alle edizioni; i buongustai spassionati dicevano a bassa voce che il romanzo era un capolavoro; il popolo pari-