Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/277

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274 ricordi di parigi.


tesoro di forze, e v’ha riportato dei trionfi, e s’è persuaso che non andrà mai innanzi altrettanto in una direzione diversa, allora alza la sua insegna e dice: — In hoc signo vinces. — Ma che diverrebbe l’arte se tutti lo seguissero? Mi vien sempre in mente quella sentenza del Rénan: — Il mondo è uno spettacolo che Dio dà a sé stesso. Per carità, non facciamolo tutto d’un colore, se non vogliamo annoiarci anche noi. — C’è posto per tutti — come diceva Silvio Pellico — e nessuno se ne vuol persuadere. — Non capisco come ci sia della gente d’ingegno che picchia sulla testa a una parte dell’umanità unicamente perchè non sente e non esprime la vita come essi la sentono e la esprimono. È come se i magri volessero mettere al bando dell’umanità i grassi; e i linfatici, i nervosi. In fondo, chi non vede chiaramente che è una guerra che certe facoltà dello spirito fanno ad altre facoltà? Emilio Zola, non men degli altri, non fa che tirar l’acqua al suo mulino. Egli dirà, per esempio,