Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/291

Da Wikisource.
288 ricordi di parigi.


-curo, e scorda il mondo, tutto assorto nelle graves jouissances de la recherche du vrai.

— Vedete, — disse in fine, — io sono un uomo tutto di casa. Non son buono a nulla se non ho la mia penna, il mio calamaio, quel quadro là davanti agli occhi, questo panchettino qui sotto i piedi. Portato fuor del mio nido, son finito. Ecco perché non ho passione per viaggiare. Quando arrivo in una nuova città, mi segue sempre la medesima cosa. Mi chiudo nella mia camera d’albergo, tiro fuori i miei libri e leggo per tre giorni filati senza mettere il naso fuor dell’uscio. Il quarto giorno m’affaccio alla finestra e conto le persone che passano. Il quinto giorno riparto.

— C’è un viaggio però — soggiunse — che farò sicurissimamente: un viaggio in Italia.

— Quando? — gli domandai ansiosamente.

— Quando avrò finito Nana, — rispose. — Probabilmente la ventura primavera. È un mio antico desiderio.