Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/104

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ove sorgeva la casa in cui nacque il famoso capitano. Un po' più oltre si trova il monumento del Cid, eretto nel 1784. È un pilastro di pietra, poggiato sur un piedistallo in muratura, e sormontato da uno scudo araldico, con questa iscrizione: «In questo luogo sorgeva la casa, nella quale nacque l'anno 1026 Rodrigo Diaz di Vivar, chiamato il Cid campeador. Morì in Valenza il 1099, e il suo corpo fu trasportato nel monastero di San Pietro di Cardena presso questa città.» Mentre leggevo queste parole, il cicerone mi espose una leggenda popolare sulla morte dell'Eroe: "Quando il Cid morì," mi disse con molta gravità, "nessuno rimase a custodire il suo cadavere. Un ebreo entrò nella chiesa, si avvicinò alla bara e disse: — Ecco il grande Cid al quale nessuno, fin che visse, ebbe il coraggio di toccare la barba; io gliela tocco, e voglio vedere che mi può fare. — Così dicendo allungò la mano; ma nello stesso punto il cadavere afferrò l'elsa della spada e ne trasse un palmo fuori della guaina. L'ebreo gettò un grido e cadde a terra tramortito; i preti accorsero, l'ebreo fu sollevato, tornò in sè e raccontò il miracolo; allora tutti si volsero verso il Cid, e videro che teneva ancora la mano sull'elsa in atteggiamento minaccioso. Dio non aveva voluto che la salma del grande guerriero fosse contaminata dalla mano d'un miscredente." Dicendo questo, mi guardò, e visto che non facevo il menomo segno d'incredulità, mi condusse sotto un arco di pietra, che doveva essere d'un'antica porta di Burgos, pochi passi